risposta alla teoria dei 40 plotholes di star wars VII(attenzione contiene spoiler!!)

Questo potrebbe essere l’ultimo articolo su Star Wars che scrivo… quest anno!

Ma è da un po’ che mi ronza in testa. E soprattutto è una goduria per gli haters. MI spiego, è sempre più facile che all’uscita di un nuovo Qualcosa gli appassionati vadano in sollucchero e gli haters trovino una ragione qualsiasi per smantellarne i contenuti con qualsiasi mezzo. Spesso sono i vecchi fan delusi, quelli che ‘sanno loro com’era il Vero Qualcosa’, altre volte sono i bastian contrari che non accettano che quando Qualcosa esce deve per forza essere bello, e allora per amore di polemica lo smantellano. star-wars-il-risveglio-della-forza_notiziaAltre volte, e giuro che questa è una delle cose che più mi turba del web, gli Haters, i Troll o come diavolo volete chiamarli si scagliano contro quel Qualcosa solo perchè, bè è fico e qualcuno deve pur farlo.

Va tutto bene, per quanto possa ferire una spada, pure se virtuale, alla fine sono solo chiacchiere di fan, ma, quando quel Qualcosa è Star Wars allora, perdincibacco, mi sento di indossare la mia sgargiante armatura e partire alla carica dei miei mulini a vento.

é da un pò di tempo che gira una lista dei 40 motivi per cui il nuovo The Force Awakens faccia pena. Io parto dai punti americani e vediamo di ragionarci su. per mantenere un minimo di onestà intellettuale vi confermo che prima di decidermi a scriverne ho letto solo i primi punti, gli altri li scopriremo assieme, per cui, se dovessero essere ragionevoli, bè, spoiler alert, vorrà dire che i troll questa volta hanno fatto un buon lavoro.

 

  1. To blow up the 120-km “Death Star” inStar Wars, the rebels needed detailed plans for the base and a full-scale invasion force — as well as the supernatural targeting skills of the most powerful Force-user in the galaxy. 

 

Invece per il risveglio della Forza è bastato un discreto bombardamento a tappeto per distruggere la Starkiller. Non è proprio così. Se ci pensate Han discute sul fatto che il pianeta è circondato con degli scudi e solo una manovra azzardata potrebbe permetter loro di atterrarci. Tipo uscire direttamente dall’iperspazio  nella stratosfera. Cosa che probabilmene non riesce neppure a Poe Dameran malgrado le sue capacità, ma ad Han Solo si. Inoltre il supporto di Finn è vitale per capire dove siano dislocatii geograficamente (stiamo parlando di un pianeta dopotutto) gli obiettivi vitali. La Morte Nera era più simile ad una grande astronave per cui logicamente era progettata per essere inespugnabile su larga misura. La Starkiller è un pianeta che gioca con energie termodinamiche, ha senso pensare che una volta eliminate le strutture che cercano di contenere quelle energie il resto faccia facilmente kaboom.

 

  1. The wily Han Solo loses track of his most prized possession, the Millennium Falcon, for more than a dozen years.

 

Si Han si è perso il Millenium nell’universo. ovvio che fa fatica a trovarlo. Se vi ricordate, Rey dice che la nave non vola da dodici anni. E’ ragionevole pensare che in quel periodo sia rimasta completamente spenta senza nessun segnale transponder. Ovvio che, appena è di nuovo in volo, il suo legittimo propietario riconosce la frequenza e gli va dietro.

 

  1. Kylo Ren, a powerful Force-user, fights a light saber duel with an ex-janitor who has never held a light saber

 

Star-Wars-Force-Awakens-Han-Solo-Rey-featureFinn non è soltanto un addetto alle pulizie. Fermate la macchina del fango. In qualsiasi esercito le reclute hanno manzioni domestiche prima di essere spedite sul campo di battaglia. E poi non è che sia così bravo con la spada laser. Le prende prima da un assaltatore (freddato da Han). Contro Kylo é arrabbiato, e tiene botta. Ricordatevi che Kylo è stato appena ferito da Chewie e fa fatica a stare in piedi. Continua a sbattersi il fianco per il dolore ed ha pur sempre appena ucciso il padre. Evento che, probabilmente non lo rende lucido al massimo e non gli fa usare la Forza per annientare Finn.

 

  1. Rey becomes nearly as effective a Force-user in a few hours as Luke Skywalker did in a few years.

 

Non è vero. Pensate al trucco Jedi con il soldato che la tiene prigioniera. Deve ripeterlo tre volte prima di aver successo. E’ abbastanza probabile che lei sappia molto sui Jedi (a parte i probabili legami di parentela non ancora svelati), Han le dce che è ‘tutto vero’. Probabilmente lei sta solo facendo dei tentativi che, per via del suo potere tendono a funzionare. Inoltre quando Kylo tenta di leggere la sua mente, Rey legge la sua. Quindi può anche darsi che qualcosa la abbia appresa nel passaggio. Nessuno ha poi mai detto che Luke fosse il più potente Jedi della galassia. Può benissimo essere che ne esistanto di più potenti.

 

  1. Just minutes before Starkiller Base explodes, Supreme Leader Snoke tells Hux to go get Kylo Ren and take him off the planet.

 

E Kylo malgrado sia andato in giro per il pianeta viene recuperato. A parte che non deve essere troppo lontano dalla base dove fa fuori Han, ma seriamente, questo genere di cose, per cui funziona la sospensione dell’incredulità, succedono in tutti i film. Darth Vader alla fine di episodio IV fiene scaraventato nel cosmo con un piccolo TIE danneggiato a seguito dell’esplosione di un’astronave di 16 km, ma in episodio V è là bello bello senza intoppi. Queste cose succedono in continuazione, ad eroi e cattivi, altrimenti non avremmo storie da raccontare.

 

 

  1. The reason Ren was slowly bleeding to death — instead of being dead by Rey’s hand — is that a massive a chasm had just miraculously opened up in the several feet between the two of them.

 

Ancora una volta. Volevate una trilogia od un singolo film?

 

  1. Rey, who has never left her home planet since she was a child, can speak Wookie.

 

Vero. Un pianeta mercantile come Jakku dove sembrano convivere più razze di quanto un ecosistema possa contenenre originarimamente. Se per questo BB8 non è compreso da Finn, ma da Rey si. E questo è molto più preoccupante.

NOn è vero che nell’universo di SW nessuno capisce il Wookie. Lo fa Han, e Yoda nella nuova trilogia. E per la fine di Episodio VI anche Luke e Leila sembrano comprenderlo. I droidi protocollari poi, parlano più di sei milioni di forme di comunicazione…

 

  1. It’s okay that Poe survived a Tie Fighter crash; after all, so did Finn.

 

Questa è buona. Se per questo Poe dice a Finn quando lo reincontra ‘mi hanno detto che mi hai salvato’. Quando? Come? Mettiamola così, una scena in più con Poe che veniva salvato da un paracadute non avrebbe fatto male, ma di sicuro avrebbe nuociuto al ritmo del film. Se vogliamo essere onesti, almeno a questo punto, Poe è poco più di una comparsa, ammesso che non faccia il suo figurone, come credo, in Rogue One, Capo Nero non è poi così vitale, se non per vendere modellini di X-Wing neri e arancio.

 

  1. What is all this nonsense about the First Order only wanting to destroy the Republic because the Republic is supporting the Resistance?

 

Primo, la Starkiller diventa operativa solo nel film. Quindi prima non ha alcun potere. In secondo luogo, per come la vedo io, la Nuova Repubblica è molto più piccola dell’impero, e malgrado ciò finanzia e supporta la resistenza che opera, però in territorio del Nuovo Ordine. E’ logico pensare che un’organizzazione totalitaria risponda in maniera terroristica distruggendo la fonte delle risorse della resistenza. Ah, non distrugge tutta la repubblica, distrugge solo il sistema dove c’è il senato. In pratica tagliano la testa al serpente.

 

  1. For that matter, why is it made to seem like the entire Republic is centered in just one star system?

 

downloadLa differenza tra Ribellione e Resistenza è stata menzionata più volte da Abrams. LA Resistenza ha un ruolo più attivo. Ed infatti va a rompere le uova nel paniere ad un’organizzazione, il primo ordine che opera distintamente dalla repubblica. Nella trilogia classica i ribelli esistevano perchè si stavano smeplicemente opponendo all’unico governo esistente, l’impero.

La Starkiller distrugge il senato della repubblica e invade il pianeta di Maz perchè là è stato localizzato il droide che cercano : che senso avrebbe distruggere da lontano quel pianeta?

 

  1. Kylo Ren is the head of the Knights of Ren, but there are no other Knights of Ren in the movie.

 

Possiamo aspettare il resto della Trilogia, please. E comunque, nella visione di Rey, si vede Ren circondato da altri figuri vestiti approssimativamente come lui. Chi saranno mai ?

 

  1. Captain Phasma is supposed to be a big-deal character inThe Force Awakens,

 

per far felice il marketing. In questo episodio non c’è spazio per tutti. E Phasma è un po’ la versione del nuovo Ordine di Poe, un bel character che probabilmente ci dirà molto più avanti. Pensate a Darth MAul, poteva essere un character spettacolare, e finisce taglaito in due nel primo film della trilogia.

 

  1. Really? Was there no previous order Finn had ever refused to execute?

 

Finn è un giovane assaltatore. Può benissimo essere che quella s Jakku sia la sua prima missione sul campo. Nulla di strano in vedere una recluta che non si pone problmei morali fintanto che è in addestramento e va poi in crisi in azione.

 

  1. Finn is an ex-janitor who goes AWOL from a Stormtrooper force numbering in the tens of thousands.

 

Finn è un disertore, come tale è completmaente logico che tema di essere catturato e condannato a morte. Decide di non uccidere per l’Ordine per la crudeltà che lo comanda. Moralmente non si pone il problema di far secchi altri Assaltatori. Sono loro i cattivi, no ?

Ci siamo già passati. Ma Nesuno dice che Finn era solo un domestico. Quella era solo una sua mansione prima di essere assegnato ad un ruolo più attivo.

 

  1. Let’s be clear: Han’s son joins the First Order, and Luke’s attempts to train new Jedis goes horribly wrong, and both men respond to these setbacks by, well,abandoning the Resistance to be utterly slaughtered by the First Order.

 

Han ha perso un figlio nel modo più orribile. Lo stesso ragazzo ha causato la distruzione della scuola Jedi (chi altri se no?). Luke non è scappato, è alla ricerca del primo tempio Jedi. Presumibilmente è alla ricerca di qualcosa. Leia continua a combattere o meglio, torna a combattere dopo la dipartita di Ben. Ricordatevi ildialogo tra Han e Leia : ‘sono tornato a fare quello che sapevo fare meglio’ ‘ anche io’.  Leia comprende il marito e di certo il fratello. Non tutti possono combattere a dispetto di tutto.

 

  1. By the end of the movie, the impression is left that every single First Order soldier is dead besides Supreme Leader Snoke, General Hux, and Kylo Ren.

 

e quindi a cosa serve Luke? prima di tutto, chi dice che il nuovo ordine, che rimpiazza l’intero Impero concentri tutte le sue forze su un’unica base? Lo stesso Ren suggerisce che Snoke potrebbe sempre tornare ad utilizzare cloni dopotutto. E anche se Snoke e Ren (e tutti gli altri cavalieri) fossero i soli cattivi rimasti, servirebbe comunque la forza dei jedi per portare equilibrio. Ricordatevi che nella saga si è sempre parlato di equilibrio, mai di prevalenza di una delle parti sull’altra.

 

  1. Why does General Hux need to gatherall of his troopsjust to tell them he’s about to press a button and destroy the entire Republic? 

 

Si tratta ovviamente di propaganda. Non penserete davvero che un atto del genere non venga ripreso e trasmesso in tutti i pianeti dell’Ordine?

 

  1. How pissy is it of Luke to (a) abandon the Resistance, and then (b) leave an obnoxiously coy trail of bread-crumbs to sort of (but not really) help people find him (at some unspecified time)?

 

Luke non è stato allenato completamente. Se nella vecchia repubblica i giovani padawan cominciavano l’addestramento da bambini non si può pensare che Luke in poco tempo abbia appreso tutto. Perciò è normale che durante una crisi possa farsi prendere dal panico o andare alla ricerca di una fonte di apprendimento alternativo. In più Luke ha lavorato con Ben Solo per cui è possibilissimo che il nuovo ordine abbia una parte del suo percorso. Possibilmente Luke aveva individuato la strada per quel tempio

Star Wars: The Force AwakensPh: Film Frame ©Lucasfilm 2015

Star Wars: The Force Awakens Ph: Film Frame ©Lucasfilm 2015

già prima che Ben si ribellasse.

 

  1. Why wasn’t the Resistance able to access R2D2’s data archivesat any pointover the course of the many years Luke was gone?

 

Perchè mai la resistenza dovrebbe pensare che Luke abbia un back-up dei suoi dati in R2. In più, con tutto quello che succede, forse quello sarebbe proprio l’ultimo pensiero.

 

  1. When the Resistance finally figures out where Luke is, after looking for him for many years, why do they send only Chewbacca and a random girl who Leia just met to collect him?

 

Questa è ovvia. R2 serve da garanzia che il percorso è stato raggiunto per conto della ribellione e non dell’ordine. Chewie e Rey sono la nuova coppia del Falcon. Ed in più mentre il primo dovrà raccontare la fine di Han, Rei è chiaramente un jedi potente che necessita di essere addestrato. Rappresenta un nuovo stimolo per Luke.

 

  1. Kylo Ren has such a Force-enabled sense of where his father is in the Galaxy that when his father lands on Starkiller Base, Ren immediately exclaims to himself, “Solo!”

 

Ren percepisce Han sulla Starkiller ma non nel pianeta di Maz. E’ plausibile pensare che sul pianeta di Maz Han non si aspetti di vedere Ren, quindi lo nota quando lui sta già andando via con Rey in braccio. Data l’instabilità di Ren è anche pensabile che in quel momento li sia tutto focalizzato da Rey. Sulla Sarkiller la missione di Han è redimere Kylo quindi è abbastanza probabile che ce lo abbia chiaro in mente.

 

  1. How lame is Han’s attempt to convert his son?

 

credete davvero che negli occhi di un padre, il figlio sia capace di fare del male ?

 

  1. Why do Rey and Finn just stand by watching as Ren murders Han?

 

Il colpo di scena è telefonato, vero. ma serve a dare phatos e motivazione ai personaggi. In più Finn e Rey sono appena di recenti entrati nella meccanica di Han, che è un eroe per loro. Molto semplicemente restano a guardare cosa ha in mente. Come Chewie e tutti gli assaltatori peraltro.

 

  1. Rey says that the Millennium Falcon is “garbage” and hasn’t been flown in many, many years.

 

Il Millenium si è sempre presentato male. Ricordatevi la reazione di Luke su Tattoine.  Il suo potenziale è sempre stato nel motore, ricordatevi la rotta di Kessel in meno di 12 parsec. Plutt lo tiene là perchè quello che fa è accumulare tesori in attesa di buone occasioni. Che magari non si sono mai presentati

 

  1. Why does Plutt offer Rey 250 times her usual pay for BB-8 and then, when she says “no,” simply tell some of his heavies to just steal it?

 

star_wars_7_il_risveglio_della_forzaAndiamo, nessun cattivo non fa un’offerta ragionevole prima di ottenere tutto con la forza. Metodi bruti destano attenzione e sono solo l’ultima ratio.

 

  1. Maz Kanata is a friend to the Resistance.

 

Ma Jedi E resistenza sono due cose differenti. é per questo che non parla a nessuno della spada che Luke perde (assieme alla mano) su Bespin. Di Fatto è la spada a trovare un jedi, non viceversa.

 

  1. How did Kylo Ren manage to get Darth Vader’s mask into his little fetish den?

 

Vader è stato cremato sulla luna boscosa di Endor. c’era persino una prima versione della sceneggiatura che vedeva Ren andare a recuperare i resti meccanici del nonno. Rey ha un casco da pilota perchè probabilmente è un cimelio di famiglia. Se pensate al bambolotto che tiene in casa probabilmente è il padre ad essere uno Stellapilota. Teedo lascia andare facilmente BB8 con Rey. Non gli interessa o è un trucco mentale jedi ?

 

  1. How does Finn find Rey’s settlement

 

cammina cammina… 

 

  1. Who trained Rey to fight with a staff as effectively as she does

 

visto il tipo di ambiente in cui vide, è abbastanza difficile credere che non sia sopravissuta senza conoscere un trucco o due. E poi è pur sempre una jedi, no ?

 

  1. If Finn is such a good guy that he would try to save Rey the moment he saw she was in distress,doesn’t it further call into question just how in the world the order to kill civilians on Jakku was thefirst time he’d ever had qualms about doing something the First Order had asked him to do?

 

Quella su Jakku è chiaramente la sua missione operativa. e sul mondo di Maz spiega chiaramente che lui non vuole avere nulla a che fare con L’ordine dopo averli visti all’opera.

 

 

  1. Given that all Poe knows about Finn is that he’s a First Order defector, why does he seem happy to see Finn just seconds after (and perhaps as) BB-8 tells him Finn is alive?

 

1439544045_star-wars-the-force-awakens-hires-1-600x335a parte il fatto che lo salva da morte certa ?

 

  1. Kylo Ren takes his mask off pretty readily, and in pretty mixed company, for someone determined to wear super uncomfortable headgear perpetually.

 

credo che la maschera gli serva solo per mantenere il rispetto dei sottoposti. che comunque lo considerano già un bambino viziato. Quando si leva la maschera esce la natura di Ben, viziato e desideroso di potere. Kylo è corrotto dal bene, non dal male. Ma in Rey riconosce qualcuno.

 

  1. Why does Kylo Ren assign just a single Stormtrooper to guard Rey,

 

Rey si rende a malapena conto di essere una jedi. E’ stata torturata ed ha subito quello che non esito a definire uno stupro mentale da Ren. E’ improgionata ad una macchina. Dove dovrebbe andare ?

 

  1. How do the Rathtars on Han’s freighter get loose?

 

Rey sblocca i fusibili sbagliati, è ovvio, lei per prima ammette di aver aperto le porte sbagliate.

 

  1. Why do the Rathtars immediately kill every human they encounter — except Finn, who is randomly dragged off just long enough to be rescued?

 

ancora la sospensione dell’incredulità. probabilmente si sono già cibati a sufficienza e tengono lui per dopo.

 

 

  1. Why are all Stormtroopers human (or humanoid)?

 

L’impero era palesemento pro uomo. probabilmente anche l’ordine.

 

  1. If basically everyone in the Galaxy knows the Force is not a myth — for instance, every single Stormtrooper in the First Order, who has seen Kylo Ren use it or heard tell of him using it; every single person in the Resistance, who knows the Resistance is looking for Luke Skywalker; every single person in the Republic, which was first established in part by the heroism of the Jedis — how is the existence of the Force atotalshock to Rey?

 

la galassia mi sembra un pò troppo grande per fare un’assunzione di questo genere. Poi, un conto è sentire parlare di qualcosa, un altro è vederla o sentire un racconto di chi l’ha vista davvero!

 

  1. Is Supreme Leader Snoke actually a giant?

 

Secondo me sono solo manie di grandezze. ma chi può dirlo ? Anche fosse, perchè non dovrebbe essere una razza di giganti? è un universo enorme.

 

  1. Why would the First Order spend untold quadrillions of [insert unit of money here] to build the Starkiller Base, when a similar concept and design plan had twice before been destroyed with minimal difficulty by the rebels?

 

i ribelli erano una forza interna all’impero. la resistenza esterna. Inoltre al contrario delle due morti nera (la seconda poi era molto più grande della prima), la starkiller è costruita su un pianeta, quindi risolve problemni tecnici molto più complciati. E’ capace di mandare a segno colpi sparati in iper spazio. Sirei che per contenenere tanta energia solo un pianeta può servire. In più, al di là della similitudine sferica, cosa rimane ? se fosse stata una space destroyer gigantesca, avrebbe cambiato il senso del discorso ?

 

  1. Is there any other film franchise in the history of cinema that would be permitted, by its fans and by critics, to recycle so many plot points?

 

vero. c’è una trama ciclica. ma un intreccio assolutamente nuovo. Una struttura ciclica non necessariamente è pigrizia, potrebbe benissimo essere una scelta stilistica che, in più, funziona.  in più questo capitolo serviva per rimettere la saga nella giusa carreggiata per cui ci sta che abbiano fatto riferimento stretto a tutto quello che è apparso in passato. Sono i prossimi due capitoli che faranno la differenza vera.

 

Più cinicamente, Einstein diceva che solo i pazzi sono convinti che ripetendo le cose nello stesso modo si possano ottenere riusltati diversi. Episodio IV è sato un successo mondiale, no ?

 

Eccoci qui. se gli haters avevao solo questo direi che è stta ben poca fatica rispondere per le rime!

la forza scorre potente in noi nerd

flywas

il Tarantino dei Comics (uno dei tanti)

La Bao Publishing si sta rivelando ogni giorno di più una casa editrice 1447328123_astrogammacoraggiosa. E’ difficile in un panorama, asfittico e sovrappopolato da manga e comics riuscire a ricavarsi una nicchia per il fumetto d’autore sia esso d’oltreocano o, come sempre più spesso nostrano. E’ peraltro molto bello constatare che c’è vita oltre il Bonellide sui nostri lidi. Uno degli autori più blasonati, e curati da Bao, è il romano LRNZ, al secolo Lorenzo Ceccotti. LRNZ graphic designer che non nasconde il suo sproporzionato amore per tutto quello che proveniente dal lontano Oriente, specialmente manga e videogiochi, lo potete trovare in questi giorni ad illustrare l’ultimo romanzo di Haruki Murakami per Feltrinelli. Il suo stile mescola in maniera abbastanza efficiente lo stile manga anni ’70-’80, vale a dire linee di velocità, retini a profusione e occhioni coperti da ciocche di capelli ribelli, con un retrogusto spassionatamente più europeo. Alcune scelte stilistiche sono mediate direttamente dal suo design. L’influsso dei videogiochi, di matrice nipponica è sempre dietro l’angolo.

Apprezzabile, è il fatto che LRNZ ambienti le sue storie in Italia. Certo non la stessa Roma di Zerocalcare, ma quella di Astrogamma, sua opera prima di recente ristamata per Bao è decisamente Roma. Magari Roma come la vedremmo un maestro del cinema pulp, ma pur sempre Roma. Anche nel più recente Golem, la storia è ambientata in una Milano quasi Cyberpunk, ma quella è un’altra storia.

astrogamma1Torniamo ad Astrogamma. Pubblicata serialmente su HobbyComics rivista del collettivo Superamici, ha decisamente il taglio dell’opera che si gioca il tutto per tutto senza guardare in faccia a nulla. Coadiuvato da Alessandro Caroni aidialoghi, Astrogramma è un atto d’amore verso i Kaiju (i tipici mostri giganti gommosi delle pellicole giapponesi, di recente tornati in voga grazie all’immenso Pacific Rim).  Senza dare eccessive spiegazioni (e questo magari è un po’ il limite della storia) gli insetti e gli aracnidi diventano improvvisamente giganti per via di una stella marina che sembra essere in qualche modo un esperimento governativo. A farne le spese sono gli abitanti del litorale romano inclusi Davide, Bea ed Uria, tre ragazzi che si godono l’estate. Davide sembra essere la prima vittima predestinata senonchè  scappando dalla città Davide e Bea si inbattono in un essere antromorfo con una stella sul petto altro sessanta metri e intendo a provare alcune prese di wrestling contro un gigantesco scarafaggio stercorario.

L’azione è indiscutibilmente adrenalica. Il vero problema della storia è che l’amore verso i maestri diventa sin troppo morboso e a tratti è perfettamente evidente che si sta assistendo ad una rilettura in chiave moderna del classico di Go Nagai, Devilman. Non parlo del supereroe verde della Toei Animation, ma proprio della creatura demoniaca originale. Nagai ha sempre saputo ricavare il meglio dai rapporti deviati e dalla fusione con il male più assoluto. Il rapporto tra Davide ed Uria e tra Uria e Davide ricalca per bene il dualismo Ryo/Akira, e, fatte le debite proporzioni crea qualcosa di derivativo ma allo stesso tempo godibile. Voglio dire, anche Tarantino ha creato la sua carriera su uno stile lrnzmurakami0citazionista e revisionista. Quello che auspico per LRNZ è di ricordarsi di essere anche il Signor Ceccotti e di imparare a far convivere al meglio queste due anime senza lasciarne prevalere una sola. Altrimenti, perchè dover leggere una copia se si hanno a disposizione gli originali ?

flywas

Decscender : fantascienza derivativa

Approfittando delle vibrazioni emanate Star Wars, questa settimana mi sono dedicato all’ultima fatica targata Image Comics firmata Jeff Lemire and Dustin Nguyen, Descender.

Descender_01-1Alla mia solita fumetteria sono stato uno dei pochi ad avvicinarsi al cartonato nero. Ma la copertina acquerellata di Nguyen era irresistibile nella sua iconicità (ci arriveremo tra poco). E non ultima l’editore. Image ultimamente significa sempre più originalità ed imprevedibilità. E l’editore italiano, Bao Publishing, sta davvero facendo un ottimo lavoro per diffondere il fumetto di un certo tipo in Italia.

Insomma, l’idea era quella di avvicinarsi ad una saga di fantascienza dal respiro moderno ma in grado di trattare tematiche universali e profondi. E di sicuro l’analisi dell’Io inteso come dibattito tra artificiale e naturale è sempre stato un topos della fantascienza d’autore. Tema per altro tornato recentissimamente in voga un po’ in tutti i media. Pensiamo all’Ex Machina di Alex Garland uscito al cinema la scorsa estate. Ed anche l’ambito videoludico non è da meno se consideriamo che all’ultimo E3 è AIstata annunciata l’ultima fatica dei geni di Quantic Dream, Detroit.

Insomma in un panorama puntellato da città infestate da zombie la ricomparsa delle intelligenze artificiali potrebbe somigliare ad un piacevole divertissement. De resto dibattere di una creatura che diventa prima cosciente e quindi senziente fino a porsi la più fondamentale di tutte le domande non è così drammaticamente differente dal dibattere del rapporto tra uomo e dio.

E leggendo la storia di Tim-21  forse è questo genere di temi che mi sarei immaginato di trovare.

Al contrario, già dalla quarta di copertina i rimandi ad altre space opera più o meno moderne mi è sembrato scontato. Nell’universo immaginato da Lemire un’invasione aliena ha portato allo sterminio di tutte le intelligenze universali per via di una rinnovata fobia. Si entra nel vivo della storia quando, dieci anni dopo l’arrivo dei Mieititori in un pianetoide minerario si risveglia Tim-21 l’ultimo modello di bambino artificiale. Il suo risveglio oltre a svelare un segreto terribile sulle origini dei Mietitori scatena una caccia da parte del Consiglio Galattico Unito.11190916_ori

Un momento? avete detto AI e Mietitori ? vi dice qualcosa ? Dovrebbe.

Partiamo però dall’ambientazione. Il mondo dove è ambientato Tim-21 è terribilmente approssimativo. Lemire usa termini generici come Mega cosmo e Consiglio Galattico Unito sperando che da soli rimandino ad un’immaginario ben preciso. Il solo effetto che riesce ad ottenere è quello di un continuum derivativo e banale. Le varie razze che popolano l’universo di Descender somigliano in tutto e per tutto a quello che si potrebbe trovare in un episodio di Babylon-5 . E non cito la serie sci-fi più odiata da Sheldon Cooper a caso. MA torniamo al concetto stesso di Mietitore. Se la prima di copertina è figlia sia del classico A.I. voluto da Spielberg dopo aver letto gli appunti di Kubrik che del più moderno Ex-Machina, la quarta di copertina, dove vengono più o meno riuniti i personaggi del cast ha attivato un rimando speciale immediato : Mass Effect. LA trilogia di fantascienza ideata da Bioware per le console di vecchia generazione è di sicuro la fonte a cui Lemire si abbevera più spesso.

Al di là che sono proprio i Mieititori, la razza artificiale che fa da antagonista all’evoluzione della civiltà, lo stesso legame con il protagonista è delineato in modo simile.

Nguyen non è da meno. Al di là delle inquadrature classiche e del solito storytelling, il suo è un lavoro molto accademico. Pochi i guizzi narrativi ed il rimando al character design del suddetto MAss Effect è pesantemente costante, soprattutto nella parte relativa ai droidi. Un solo elemento spicca a favore, ed è la colorazione a tinte pastello, che trasmette un tocco più da BD che da fumetto Image.

Mass_Effect_partyInsomma al di là dei grandi nomi di cartellone, il progetto presenta delle idee piuttosto comuni senza neppure prendersi la briga di rimescolarle un pochino. Ed è un vero peccato soprattutto per la Imagine che fa un passo indietro clamoroso ritornando di fatto alla casa editrice derivativa e scopiazzatrice degli albori.

 

flywas

 

 

 

Di nuovo Beatles/ancora Beatles

Il 6 novembre è stata la data in cui venne immesso(re-immesso per le tracce audio) sul mercato la raccolta dei Beatles 1, qui accompagnata da una edizione chiamata 1+ con tutte le canzoni dell’album in versione video.

71uxjqemsnl-_sl1500_
Prima di tutto è d’uopo un pò di storia, diamine , non serve spiegare chi sono i Beatles, penso che ben pochi nel mondo non abbiano mai ascoltato una canzone dei quattro musicisti di Liverpool,l’albim in questione venne editato una prima volta nel 2000 e l’intento era di mettere insieme ,in un solo cd , tutte le canzoni che sono state al numero uno delle chrts inglesi, dunque nessuna novità, nessuna rarità , ma le canzoni più famose del quartetto,.
Un’operazione che era rivolta dunque prevalentemente alla massa di ascoltatori,lasciando un pò da parte i fan /collezionisti(che comunque avevano appena avuto la monumentale raccolta di “anthology” ).
La raccolta vendette da subito bene , mandando il gruppo al primo posto delle classifiche di mezzo mondo.
Ora dopo 15 anni la universal ci riprova con una ristampa con un pò di pepe in più, per ogni canzone del cd vi è sul primo dvd (di due) l’equivalente filmato d’epoca, si tratta di filmati live, oppure di esibizioni in spettacoli televisivi o degli antesignani dei moderni videoclip,i Beatles infatti sono stati i primi , negli anni sessanta , a registrare e filmare l’eseguzione delle canzoni per essere trasmesse senza che loro fossero presenti in studio.
il secondo dvd contiene una selezione di filmati “rari” si va da registrazione di prove in studio a pezzi di film a “videomontaggi” fatti a posteriori.
nella confezione “deluxe” anche un libercolo di 124 pagine scritto da richard havers,critico musicale e giornalista,che commenta le tracce
Il mio giudizio,da appassionato beatlesiano, su questa operazione non è del tutto positivo, onestamente non si sentiva la mancanza dellla riproposizione di canzoni ristampate milemila volte, dall’altra parte capisco che in un periodo di vacche magre per il mercato discografico, le case editrici vadano sul sicuro per far cassa; altresì ,dopo aver visto i video ,mi sorge l’impressione che si sia fatta una scelta “strana” in alcuni casi , montando diverse esibizioni e poi sincronizzando il brano sulle immagini, in alcuni passaggi il labiale non segue le parole oppure l’assolo non viene eseguito dalla solista, la mia mi sembra più di un’impressione ,vedasi “get back” sul tetto di Londra ,dal film let it be , oppure “revolution”
Il tutto riconoscendo la cura del restauro dei video ,che ,riacquistano luminosità e saturazione,specilmente in quelli del secondo periodo
Se operazioni del genere possono aiutare a far conoscere i grandi della musica auspico che i possano ripetere ,magari aggiungendo anche qualcosa di veramente raro per accontentare i tuttologi del gruppo, anche per il fatto che i Beatles incisero centinaia di ore di musica.
voto confezione 7/10
voto artistico 9/10

giusbi

beatles-110

Star Wars Episodio VII : attenzione spoiler alert!

L’ho fatto. Dopo una notte insonne, consumata nell’attesa, questa mattina allo spettacolo delle 10:00 ero in sala Energia al cinema Arcadia aspettando che lo schermo si colorasse di nero e mi trasportasse in una galassia lontana lontana. star_wars_7_il_risveglio_della_forza

Era il momento della verità. il franchise sarebbe stato maledetto per sempre da una serie di sequel paccottiglia o finalmente la Forza sarebbe tornata a scorrere potente in tutti noi?

Ho atteso. Ho pazientato e, alla fine, mi sono immerso nell’universo che una volta fu appannaggio di George Lucas.

Pochi giorni fa ho scritto che per JJ Abrams nutro fiducia illimitata. E’ cresciuto vedendo quei film, ne ha apprezzato il linguaggio e, quando ci si è confrontato (Super 8, i due Star Trek) ha saputo infondere linfa nuova ad idee che oramai fanno parte dell’immaginario comune. La sua chiave di lettura è ultramoderna e spesse volte coraggiosa.

Perciò cosa aspettarmi da questo Star Wars?

Devo dire molto. Sono passate tre ore da quando sono scorsi i titoli di coda (e ce ne vogliono altre 5 perchè torni a rivederlo) e l’entusiasmo ancora non mi scende. Ci sono alcuni punti che meritano di essere analizzati più approfonditamente, perciò attenzione, spoiler alert!

Cominciamo dall’antefatto. L’impero è scomparso dopo Yavin ma un nuovo ordine ne ha preso il posto. Una organizzazione che ne ha ereditato la gerarchia, la fascinazione per il lato oscuro e gli stormtrooper in parata. C’è una Resistenza. Attenzione a questa differenza tre Ribellione (pre Yavin) e Resistenza. In america ci hanno messo tanto l’accento. Personalmente l’impatto che percepisco è che trent’anni dopo l’imperatore si sta ancora combattendo una battaglia per la libertà dal giogo di un potere assolutista. Che ha un leader molto, molto affascinante. L’impatto grafico è simile a quello di un Thanos in stile cinematic universe, ma la mia potrebbe benissimo essere un’ottica viziata.

Quello che manca, e che conduce a questa nuova storyline è la ricerca di Luke Skywalker, scomparso dopo che un suo allievo (indovinate chi ?) è passato al lato oscuro.

Le vicende che vengono messe in moto da questa ricerca porteranno Finn e Rey i due protagonisti indiscussi ad incontrarsi e ad incontrare una pletora di vecchie glorie suscitando più e più volte calorosi applausi da parte del pubblico in sala.

Credetimi è difficilissimo scriverne evitando di parlare degli eventi. Mi limito a dire un paio di cosette :

Dal punto di vista estetico, il film è una delizia per gli occhi dal primo all’ultimo momento. Il design di veicoli e archittetture è necessariamente figlio della prima trilogia, pur inglobando alcuni particolari che derivano dai manga e per certi versi dal fumetto europeo di fantascienza. Lo stacco più evidente è con la seconda trilogia.

Non c’è più quella grandeur imperiale, quei palazzi fastosi o quelle civiltà aliene molto, molto cartonesche. Al contrario il panorama di Episodio VII è connesso direttamente alla trilogia classica, con una tecnologia se possibile ancora più rugginosa e fatisciente. Tutto viene riciclato, nulla luccica. Basta pensare a dove incontriamo per la prima volta Rey (intenta a recuperare pezzi dai rottami di una star destroyer) , al braccio rosso di C3PO, tutto è vittima dell’entropia. Lo stile survivalista di Abrams predomina anche nella nuova arma, la Starkiller che vanta un’estetica apocalittica.

Dal punto di vista dell’interpretazione dei personaggi e della saga non posso che essere soddisfatto. Tutti rimangono fedeli a loro stessi pur evidenziando una evoluziona precisa e dannatamente moderna. Ogni tanto si percepisce un pò un area da attrazione turistica di Star Wars (Mamma guarda Akbar!) ma alla fine l’effetto nostalgia non riesce a prevalere. E, anzi, si è subito rapiti dal nuovo canone che non fa mancare per nulla l’Universo Espanso.

1439544045_star-wars-the-force-awakens-hires-1-600x335E qui siamo al tasto dolente : avevano ragione. Abrams non poteva muoversi liberamente in un canone di libri, fumetti e games durato trent’anni. Ha mantenuto qualche buona idea, ma, necessariamente, l’universo che ha cominciato a delineare in questo primo episodio aveva bisogno di più aria. Ci sarà comunque un nipote di Anakin che si chiama Ben, non temete (ristata sinistra!).

Da questo punto di vista il marketing è stato geniale. Hanno fatto trapelare un mare di aringhe rosse e veramente poco di quello che ci si aspettava (e di supposizioni in quest’anno ne abbiamo sentite tante) alla fine compare sullo schermo. Solo un colpo di scena, sul finale, avevo previsto. Ma non aspettatevi che vi dica quale!

Non si può che essere contenti del distacco pressochè totale dalla seconda trilogia. anche dopo 136 minuti, non c’è un solo istante di quel senso di inadeguatezza che si percepiva neglia anni duemila. Il canone di Star Wars è tornato sul serio, e questa volta non ci sarà nessun Jar Jar Binks a mandarcelo di traverso.

La trama è molto interessante e lascia parecchi presupposti per i prossimi episodi. Se vogliamo è l’unica furbata di Abrams (che però anche i ragazzi di Bioware adottarono scrtivendo la sceneggiatura di Knights of the old republic per il primo xbox)*. Ma tutto è estremamente ben bilanciato  da un intreccio, denso ed emotivamente coinvolgente. Ci sono risvolti intensi ed insospettabili. E almeno tre o quattro punti davvero ben gestiti.

Se devo fare un paragone con tutti i film usciti fino ad ora, direi che per realizzazione tecnica, tematiche e zeitgast, questo potrebbe essere di gran lunga il più bel Star Wars mai girato. Di certo Il più bello dal 1983.

E se questo non è abbastanza…

star-wars-il-risveglio-della-forza_notizia

 

*SPOILER ALERT la trama è archetipica e ricalca sotto un certo punto di vista quella di a new hope. Almeno, gli eventi chiavi sono gli stessi : La ribellione entra in possesso di dati segreti. L’ordine nuovo cerca di recuperarli e cattura qualcuno. Un droide scappa con le informazioni. Incontriamo il cattivo Sith. Il droide incontra il Jedi inconsapevole ed insieme incontrano il cacciatore di taglie. Fuga sul millenium Falcon. Un sistema viene distrutto. Si stabilisce un legame emotivo con il Sith. Il Jedi incontra il suo destino e recupera una spada laser. C’è un piano per distruggere il planetoide arma segreta. Muore il vecchio saggio. I ribelli vingono e sono pronti a fare il passo successivo.

Tutto vero. Ma è come dire che le canzoni sono oltre un certo punto banali perchè composte tutte dalle solite 12 note. Lasciate fare a melodia e assoli prima…

 

flywas

aspettando episodio VII

Mancano meno di 48 ore a quello che può già essere definito l’evento nerd del 2015. Anche i meno interessati sanno oramai che tra due giorni i cinema di tutta Italia si riempiranno di gente che freme dalla voglia di leggere ancora una volta l’inimitabile scritta azzurra su campo nero. Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana. Le aspettative sono al massimo e, se devo essere onesto, mi riesce quasi difficile credere che tra pochissime blockbusterore potrò sedermi al cinema a guardare un nuovo film della saga di Guerre Stellari.

Non è semplice spiegare a parole come la storia creata 38 anni fa da George Lucas abbia impattato su tutto il mondo. Basta pensare ai continui riferimenti che si ritrovano nella cultura di tutti i giorni per capire che, parole come Jedi, Yoda e Darth Fener non hanno un significato profondo solo per i nerd fino al midollo come me.

Però pensandoci meglio, io che sono nato nel ’77 e che posso vantarmi di aver visto tutti i film della saga al cinema almeno una volta, quanto posso dirmi influenzato da quello che agli occhi di un cinico disperato sembrerebbe soltanto una patetica macchinetta mangia soldi.

Credo in più di un modo e sicuramente a più livelli. Alzi la mano chi, trovandosi con una torcia elettrica in mano in una stanza buia non ha imitato il rumore delle lightsaber fingendosi Luke Skywalker (ok amanti del survival horror videoludico, per voi si trattava di essere Alan Wake, ma è tutta un’altra storia. Oppure no? aspettate la fine che c’è spazio anche per voi).  All’università per quietare l’agitazione pre-esame recitavo a mente il codice Jedi (grazie Bioware per avermelo fatto scoprire in Knights of the old Republic). Diavolo, credo di farlo ancora adesso. Volete sapere che cosa ho pensato la prima volta che mi sono fatto crescere la barba? accidenti se adesso non sono più un fottuto padawan.

Più di ogni altra, cosa, la mia vita è stata influenzata da quel sense of wonder che trasuda da ogni secondo di quelle pellicole. L’idea che tutto può succedere credendoci abbastanza, il concetto di lealtà e amicizia, la percezione stessa che anche in un mondo distante il più possibile dal centro dell’universo qualcosa può accadere e cambiarti la vita. Lucas potrà aver trovato un modo per riprendersi dalla delusione del suo primo THX, ma nel farlo ha creato una mitologia.

E non uso a caso questa parola. Sono abbastanza sicuro che tutti avrete sentito nominare almeno una volta l’antropologo James Campbell ed il suo ‘cammino dell’eroe’. Campbell ha passato la vita ad analizzare i miti che da sempre accompagnano l’evoluzione della cultura umana ed ha scoperto che, in tutte le storie, c’è una linea comune. L’eroe, o meglio l’uomo, viene allontanato dal branco, perché debole o ribelle. Ha problemi con la figura paterna e per questo deve intraprendere un lungo e pericoloso viaggio che lo porterà a crescere, a diventare l’eroe della propria storia. Dopo aver affrontato le proprie paure potrà essere finalmente riconosciuto dalla propria tribù in quanto capace di contribuire con la sua impronta al cammino della comunità. Vi ricorda qualcosa ?

Lucas aveva letto quel libro. Al di là di tutti i riferimenti a Flash Gordon, ai film di pirati ed ai peplum, la storia di Luke ed Anakin ci è così vicina perché di fatto è un archetipo. Rappresenta un mito che, in chiave moderna riusciamo ad accettare.Super8banner

Ma questa è solo una chiave di lettura. Se pensiamo alla storia di George Lucas, il cammino dell’eroe, è il suo. C’è un libro, veramente ben scritto, pubblicizzato da Nick Hornby e sfortunatamente mai pubblicato in Italia, Blockbuster, che riesce ad unire tanti frammenti creando una nuova via. Tom Shone, critico cinematografico si lascia trasportare dal suo passato di fan e pensa a tutte quelle pellicole che hanno rilanciato l’industria di Hollywood e che erano accumulate da un filo rosso comune. I loro autori, Spielberg, Zemeckis, lo stesso Lucas, erano tutti outsider di piccole città di provincia americana. Come tali non erano ascrivibili a nessuna delle categorie che avevano definito la gioventù fino a quel momento. Amavano costruire modellini e riprendere cose che esplodevano. Più che altro, immaginavano storie che nessuno, fino a quel momento, avrebbe mai potuto realizzare con lo stesso tipo di ottica. Se pensate alla fantascienza pre-Spielberg, era tutto molto bello e tutto molto luccicante. Anche i futuri più distopici davano la percezione di essere ambientati in un Apple store del centro commerciale più vicino. Vestiti bianchi ed intonsi, tecnologia che era incapace di ammaccarsi. E soprattutto erano roba dannatamente seria. Il normale fruitore non prevedeva ci potesse essere un senso di meraviglia generato dal veder realizzato qualcosa di impossibile davanti ai nostri occhi. Quello che hanno fatto quei ragazzi, è stato portare quel futuro, magari un po’ più sfasciato e decadente, nei salotti di casa loro. Certo che Star Wars cita Kurosawa ed i  film di aviazione bellica. Però io continuo a vederci il giovane George che gioca con i suoi modellini in salotto.

Se avete visto quel delicato omaggio che è Super 8 al cinema di fine anni ’70 inizio anni ’80 capite quello di cui sto parlando. Se vi ricordate che il regista di quel film, è lo stesso del Risveglio della Forza, forse capirete che non c’è poi tanto da preoccuparsi su quanto sarà meravigliosa quella pellicola il 16 dicembre.

Sempre leggendo Tom Shone, ho scoperto una cosa che, forse, in fondo sapevo già. Di nuovo il cinico materialista. Con quelle pellicole Hollywood si è risollevata. Lo spazio in cui venivano trasmesse, tipicamente il periodo estivo, era sempre caratterizzato da vendite bassissime. Almeno fino a che un certo pescecane non cominciò a frequentare l’amena isoletta di Amity. E da là a pensare che sequel, trilogie e prequel potessero essere un geniale modo per generare ancora più merchandising e cash il passo è dannatamente breve.

Ma sapete una cosa? in fondo non me ne frega proprio nulla.

Voglio raccontarvi un ultimo aneddoto. Ho visto il mio primo film al cinema, e guarda caso era il Ritorno dello Jedi, a sei anni! Capii poco di tutta la storia. Quello che so per certo, è che il giorno dopo a scuola non la riuscivo a smettere di disegnare tutte quelle cose meravigliose che avevo visto in quelle due ore scarse di cinema di periferia.

STAR WARS

Title: STAR WARS ¥ Pers: HAMILL, MARK ¥ Year: 1977 ¥ Dir: LUCAS, GEORGE ¥ Ref: STA039PE ¥ Credit: [ LUCASFILM/20TH CENTURY FOX / THE KOBAL COLLECTION ]

Ieri sera, come tanta altra gente, ho radunato qualche amico e abbiamo visto quello che ora si chiama Episodio VI, aspettando appunto il Risveglio della Forza. C’erano le mie figlie con me. Sofia, che ha 5 anni mi ha guardato e ha detto : ‘tutto il film è il sogno di Han Solo che è rinchiuso nel ghiaccio’.

Fino a che regalano sogni, possono essere materialisti quanto gli pare.

flywas

Moby Dick o il richiamo dell’oceano

Deve essere qualcosa legato al clima. O forse semplicemente all’ostinato stato d’animo che ti fa attendere l’inverno, e più specificamente il Natale per sorprenderti poi a pensare ad un placido oceano, disperso sotto il sole dei tropici.

Le storie di mare hanno mi fanno questo effetto. 978880621186MEDNon è che passi tutto il tempo a pensarci. Solo, quando lo faccio poi non smetto più di farlo. E succede che, per una strana congiunzione del destino, negli ultimi giorni tante cose mi hanno rediretto in quel particolare arcipelago della mia mente.

Succede per esempio, che una mattina a colazione mentre pasteggio a latte e biscotti mi imbatto in un articolo della Lettura che parla della nuova traduzione di Moby Dick a cura di Ottavio Fatica.  Ricordo di averlo letto nella traduzione di Cesare Pavese ai tempi dell’università. Il linguaggio era arcaico ancor prima che epico e tutto sommato mi era sembrato che non fosse all’altezza del mito del leviatano. Eppure nell’analisi accurata della Lettura si evince che la nuova versione rimane più fedele a Melville, anche lui marinaio per sentito dire. Trattiene la sua BannerMobile_InTheHeartOfTheSea_TrailerDebut_0epicità, e racconta la versione mitizzata del naufragio della baleniera Essex a causa di un capodoglio bianco. Melville ne era venuto a sapere e ne scrisse. E non penso sia un caso che la nuova traduzione di un classico della letteratura marina emerga proprio quando al cinema si palesa la nuova fatica di Ron Howard. Il buon vecchio Richie Cunningham sembra voglia fare il possibile per entrare nel gotha dei grandi cineasti di matrice americana. Il suo, the heart of the sea (gli appasionati di Titanic sono pregati di farsi un giro, qui non si parla di diamanti e di dame dell’altà società) proprio del naufragio dell’Essex racconta. E, a giudicare dalle immagini rilasciate, lo fa con quel tono epico a cui ormai Howard ci ha abituato già da un po’. la scelta di Chris Hemsworth nel cast strizzerà pure l’occhio ai nerd ed alle ragazzine, ma sulla crudità della pellicola, sono pronto a scommetterci sin da ora.

E, del resto, anche il mio primo amore fantascientifico parte da storie di assalti di mostri marini inspiegabili. E’ già qualche anno che l’edizione integrale Penguin di 20000 leghe sotto i mari compare sul mio comodino. Continuo a ripetermi che devo aspettare la buona occasione per leggerlo. Ma parafrasando Paul Giamatti in Sideways, avere un libro del genere e di per sé una buona occasione.

Con lo stesso criterio mi sto dedicando alla rilettura integrale (mai completata in passato, in realtà) di Corto Maltese. Ho l’edizione uscita poco più di un lustro fa per i tipi dell’Espresso. E devo dire che solo l’apparato redazionale vale bene la rilettura. C’è Umberto Eco tra gli altri, grande appassionato di fumetti e di avventura. La sua analisi della Ballata del Mare Salato è spiazzante. E Corto, alla stregua di Ken Parker, è quel tipo di eroe che va centellinato ed assaporato. Forse è una idiosincrasia mia, ma. soprattutto all’inizio, somiglia al giovane Keith Richards (e visto l’argomento potrei quasi aggiungere al giovane padre di Jack Sparrow senza tema di essere smentito), e tanto basta per farmelo piacere.

corto1Dopo una attesa di più di un anno, sono riuscito ad accaparrarmi Sotto il sole di mezzanotte, il Corto Maltese apocrifo di Canales e Pellejero. Amo queste deviazioni. Vado pazzo di quei percorsi sghembi che permettono di reincontrare un personaggio di cui si pensava non si sarebbe saputo più nulla. Ma, in questo caso, mi sento un po’ a disagio. Il volume è ben confezionato, e la storia di sicuro arricchisce il canone Maltese. Tuttavia sembra il disco dei Beatles di una dimensione parallela. C’è la presenza di Corto, quello che faccio fatica ad individuare è la sua essenza.

Amo le storie che non si arrestano. Che trovano il modo di essere sempre raccontate. Anche in questo caso spero che dal forziere di Corto emergano nuovi particolari sulla sua vita, sul suo mito. E che abbia l’occasione di abituarmi, dondolando magari sotto un’amaca al chiaro di luna, alle nuove, gagliarde variazioni cromatiche del marinaio della Valletta.

flywas

corto2

una retrospettiva degli Assassini

Nove anni fa, bastava credere che Nulla fosse reale per potersi perdere nell’universo dell’Animus. Nove anni fa la situazione geopolitica era tale che il gioco aveva bisogno di una captatio benevolentiae in cui si spiegava che un team multi etnico e multi religioso aveva realizzato il prodotto in sé e quindi vi erano confluiti le idee di tutti, per lo sviluppo di un prodotto che, all’epoca era davvero innovativo. Un assassino che si muove all’epoca delle crociate alla ricerca delle vestigia di un’antica civilità. Un uomo del ventunesimo secolo prigioniero dei templari collegato ad una macchina che gli fa rivivere le vite dei suoi antenati.

maxresdefaultNon c’è dubbio, che nove anni fa, con la precedente generazione di console prossime al climax, il primo Assassin’s Creed, seppure acerbo in certi elementi, rappresentava qualcosa di diverso in un mercato strapopolato di sparatutto in prima persona e cloni poveri di Grand Theft Auto. Personalmente sono sempre stato convinto che dietro un buon videogioco debba prevalere la dimensione narrativa. Certo, la grafica è importante ma, di questi tempi specialmente, come non si fa a produrre un gioco con una grafica che sia almeno strabiliante ? (abbiate pietà di me, la mia prima console era l’Intellevision degli anni ’80, e dopo esserti sorbito pixel grossi come monete da cento lire non è difficile suvire la sindrome di Stendhal in un open world ambientato in Medio Oriente). Ma non è tutto. Altrimenti il nuovo Battlefront sarebbe il Sacro Graal degli sparatutto di Guerre Stellari.

Insomma ci deve essere una storia. La storia deve avere trama ed intreccio che siano all’altezza, deve farmi appassionare. Deve farmi venire voglia, la sera quando penso alle cose che ho fatto durante la giornata, di dedicare anche domani del tempo alla stessa cosa. Il primo Assassin aveva ampi spazi di ottimizzazione. Ma vantava anche una ambientazione che, praticamente nessun gioco prima, aveva avuto. Altair, il primo assassino non era al massimo di empatia, e di sicuro era dotato di sufficiente impersonalità da fare immedesimare chiunque. I presupposti c’erano già tutti perché le iterazioni successive ci fossero, e fossero eccezionalmente sviluppate.

L’avvento di Ezio l’Auditore (ben tre i capitoli a lui dedicati sulle allora ammiraglie dell’intrattenimento domestico) fece il botto. Intanto Una storia ambientata in Italia, e poi il periodo storico mai visto in un prodotto del genere. Non storcano il naso i puristi del punta e clicca e dello strategico in tempo reale. Certo che là il Rinascimento era stato sviluppato e ben menzionato. Ma questo era il primo action in terza persona contenente tutti gli elementi di una saga che non poteva non esplodere. Come in ogni trilogia che si rispetti, è il capitolo centrale ad essere il più profondo, intenso e sviluppato. Così nella trilogia Italiana conosciamo un assassino con un fascino mai più tornato nella saga, un setting impressionante ed una storia, quella di Desmond Miles 2864033-assassins_creed_syndicate_cart_raceche finalmente non è più una semplice cornice. Se nel primo capitolo non avevamo fatto che una mera conoscenza con l’uomo collegato alla macchina in grado di vedere il passato adesso sappiamo tutta una serie di informazioni in più. Assassino figlio di assassini, Desmond lotta ed infine accetta la propria natura. Con un colpo narrativo un po’ ruffiano, Ubisoft riesce a creare una storia collegata alla fine del mondo prevista nel 2012 che ha persino senso. Intanto che Ezio cresce, ed il gameplay migliora (che fine hanno fatto gli assassini da addestrare e chiamare in aiuto), la saga intraprende un percorso che soltanto un treno in corsa folle può deviare dall’immortalità.

E purtroppo la saga di Connor, l’assassino indiano d’America del terzo capito ufficiale della saga rompe un po’ le uova nel paniere. Quello che ha fatto la Ubisoft, suppongo, è stata rendere il prodotto più appetibile al pubblico americano, che, dubito, amasse la storia europea. Desmond Miles assume un ruolo sempre più defilato. E così la fine delle prima trilogia (che rappresenta anche l’inizio della seconda, composta poi da Black Sails e Rogue) lascia l’amaro in bocca.

Ci sono ancora spunti di Gameplay interessanti in questi tre giochi a cavallo tra due generazioni di console. Tanto per cominciare la navigazione in mare e le battaglie navali sono spettacolari. Mi piacciono al punto d volerne ancora di più. Coinvolgono, danno l’impressione del legno che scricchiola e del sartame che si logora. Ma per il resto? Temo che la Storia della Guerra di Indipendenza americana non sia così affascinante come ambientazione, e di sicuro si ha la percezione che, facendo immergere ed interagire il personaggio così tanto con la natura si voglia scimmiottare qualcosa che non c’è (qualcuno ha detto Red Dead, per caso?). E poi, con l’avvicinarsi del periodo storico all’età moderna, con i fucili, ed il XVIII secolo si finisce per perdere un po’ lo spirito della storia. Parere mio.

f18ff161f3e1c2915b9ae767629fc0ffQuello che succede poi è anche peggio. Desmond Miles scompare del tutto e la storia ambientata nell’epoca contemporanea diventa solo una perdita di tempo, facendo perdere del tutto l’immedesimazione originaria. Se ne perde lo scopo, diventa solo una scusa per visitare ambientazioni, impeccabili dal punto di vista grafico, ma dotate di una storia meno importante e, allo stesso tempo contorta e prescindibile. Succede che oramai ogni anno si aspetta il nuovo capitolo senza avere seriamente grosse aspettative, convinti che si, sarà un gran bel titolo, ma, alla fine COD non lo è alla stessa maniera ?

Gli ultimi due anni mi hanno lasciato di più perplesso. Unity, ambientato durante la rivoluzione francese presenta un personaggio Arno, monodimensionale, di cui non si capisce veramente nulla. Certo la grafica del primo Assassin’s Creed per nuova generazione è da urlo. Ma non basta.

L’ultimo Arrivato Syndacate, ambientato nella Londra della rivoluzione industriale ha, da questo punto la fama peggiore. Intanto si ha la percezione che questo sia stato il setting giusto perchè sei mesi prima è uscito the Order ambientato in un passato distopico molto molto simile. E per di più nella stessa città. Il peggio è il Gameplay. Tutto sembra studiato per farti perdere tempo senza andare da nessuna parte. Le missioni di investigazione ricordano L.A. Noire. La conquista dei territori il primissimo Saint Row (che clonava già GTA San Andreas). La guida delle carrozze non fa che rafforzare l’idea ricevuta giocando per ore a Watchdogs e the Crew. Ossia, fintanto che alla Ubisoft non approfondiscono un po’ la fisica degli oggetti in movimento, tutto assume un delizioso effetto arcade vintage. Che neanche Crazi Taxy. I due gemelli Assassini che popolano il gioco ancora una volta suonano molto stereotipati ma, forse, e dico forse, ormai tutto deriva dall’assuefazione di sapere che ogni Natale assieme al panettone e la speranza di un po’ di neve, ci sarà un nuovo capitolo della saga a tenerci compagnia.

Quest’anno pare che le vendite siano andate un po’ peggio. Considerato che il capitolo 2016 è in lavorazione dallo scorso anno, quello che mi aspetterei, è nessun Assassin’s Creed nel 2017. Magari fino a marzo 2018. Un po’ di aria fresca insomma, nuove storia, una nuova Storia. E badate, sto scrivendo dopo aver passato il pomeriggio immerso nella perfetta Londra Vittoriana.

Amo questa saga, e proprio per questa ragione, mi urta vederla banalizzarsi. Poi, da buon appassionato, non sono capace di giudicare in modo completamente obiettivo il nuovo capitolo, e già so che tanto poi lo comprerò.

Ma proprio perché mi conosco, e conosco quelli come me, che sono convinto che un po’ di attesa in più per il prossimo capitolo, farebbe soltanto aumentare la fame…

nulla altro è permesso

flywas

Licalzi, la lettura che volevo

In principio fu Nick Hornby.

Veramente, mi aveva stregato. Oltre all’imprescindibile “Alta Fedeltà”, romanzi come “Tutto per una ragazza” o “Come diventare buoni” hanno rappresentato per me, oltre che delle piacevoli letture, anche un piccolo bigino sulla Vita.

nick-hornby

Perché? Perché ci sono tutti gli ingredienti per vivere bene (secondo quelle che sono le mie priorità,ovvio): c’è tanta musica, da ascoltare, commentare, condividere. C’è il calcio, in tutta la sua epicità, bellezza e drammaticità. C’è l’ironia dei suoi (anti) eroi, con la quale ci si diverte a sbeffeggiare tutti quei luoghi comuni creati da una Società da cui si vuole in parte differenziare. C’è l’amore, verso le Donne, un pianeta interessante, ma ancora del tutto da capire. Insomma attendere il nuovo romanzo di Nick Hornby era un po’ come aspettare il Natale da bambino. Ma questo purtroppo solo fino a qualche anno fa…

Negli ultimi romanzi, infatti, questa sua freschezza compositiva non l’ho più ritrovata.  Addirittura il suo ultimo “Funny Girl”  è sul mio comodino da mesi. Ho paura di trovare  una minestra riscaldata o un libro che è lì, perché dopo un po’ un libro bisogna scriverlo se sei un autore noto e letto da un cospicuo numero di persone. (E non è una critica, tutti abbiamo le bollette da pagare,no?)

Sia chiaro che questi sono pensieri da FAN, non da recensore. Il mio peggior incubo è di cadere nel circolo vizioso del critico da internet, che senza requisiti spara a zero sul lavoro di altri. I mie sono pensieri da Lettore, anzi da ultrà della Lettura, che vede un suo  eroe un po’ in affanno.

Insomma negli ultimi anni ho letto tanti libri meravigliosi: Murakami, Eggers, Ammaniti,Wu Ming…insomma quello che leggono in tanti. Ma quel legame invisibile che si era creato con il buon Nick, cantore di una realtà semplice ma confortevole, non l’ho più trovata in nessun altro, neanche in lui stesso cazzo.

Fino a quel giorno, in cui i miei genitori vengono a trovarmi  qui a casa e mio papà mi lascia un libro che – usando le sue parole – “ha divorato, perché è pazzesco”. Tale Libro è “L’ultima settimana di Settembre”, ultimo romanzo in ordine di tempo di Lorenzo Licalzi. 

Licalzi

Ecco. Io quel libro non l’ho neanche divorato, l’ho proprio fagocitato.  Me lo sono letto in due giorni. E dopo averlo restituito, con la bava alla bocca e l’occhio insanguinato, vado a casa dei miei chiedo di PASSARMI IMMEDIATAMENTE TUTTA LA  BIBLIOGRAFIA DI LICALZI CHE HANNO IN CASA.

Nei giorni successivi leggo “IO NO”, “COSA TI ASPETTI DA ME?”, “IL PRIVILEGIO DI ESSERE UN GURU“…e via così…fino a scoprire che in famiglia ci mancano “7 Uomini d’Oro” e “La vita che volevo” e cazzo se non li trovo in qualche libreria faccio una strage.

download

Tutto questo per dire che Licalzi è meglio del ben più noto Nick? Per iniziare un’apologia su quanto siamo esterofili e le cose belle ce le abbiamo in casa? Assolutamente no. Anche perché i personaggi di Lorenzo Licalzi differiscono nei vari romanzi per età, abitudini e temperamento. Niente trittico calcio/donne/musica, o comunque se presente, non sempre con lo stesso stile narrativo con lo stesso valore sociale.

Insomma tutta questa lunghissima premessa per lodare le opere del mio NUOVO  e DEFINITIVO Cantore della realtà semplice e quotidiana, Lorenzo Licalzi.   La scrittura è semplice, scorrevole, ma decisamente brillante e ottima per ogni momento della giornata. Tutti i personaggi i mi hanno fatto ridere sguaiatamente, ci sono alcune pagine nei romanzi che sono dei manuali di comicità. Non mancano  neanche dei momenti commoventi e riflessivi nel corso della lettura, si resta decisamente spiazzati da questi cambiamenti emotivi.

Ma il punto decisivo, il passo ulteriore nella mia ricerca che ho provato come Lettore e che mi ha fatto innamorare di questi romanzi è la presenza della SPERANZA. Anche quando tutto sembra andare in merda, esiste sempre una nuova via inaspettata che può donarci quella tanto agognata serenità a cui tutti vogliamo ambire. E i personaggi di Licalzi siamo NOI, uomini e donne comuni, alla ricerca di un senso, costellati da disgrazie continue ed innamorati dei momenti belli della nostra esistenza.

Attenzione, non si parla di libri con l’happy ending preconfezionato, anzi non sempre lo troviamo. Ma anche qui non fatevi ingannare: l’idealismo lasciatelo ad altri romanzieri. Per carità, nelle vicende dei personaggi di Licalzi non c’è spazio per i rimpianti perché la Vita scorre e la Speranza gioca a nascondersi tra i meandri tragicomici della nostra esistenza. Non è ottimismo e non pessimismo, la Vita è totalità: accettarlo, potrebbe essere la soluzione…o forse no?

220px-Lorenzo_Licalzi_2011

In conclusione,Licalzi mi ha fatto ritrovare quel gusto per la narrativa  che ultimamente trovavo solo nei fumetti; è da tanto che non provavo quello stranissimo dispiacere di “lasciare” dei personaggi perché ero arrivato alla fine del libro.Al momento ho recuperato i due romanzi da leggere di Licalzi che mancavano all’appello e attendo le vacanze di Natale per gustarmeli. Poi magari si,in memoria dei vecchi tempi, potrei leggere “Funny Girl”.

maurino

 

camminare sul ghiaccio sottile

O almeno è così che mi sento. Scrivere di John Lennon, scriverne male per giunta, non è una strada popolare. Se poi si ha l’intenzione di stare per criticare la sua canzone-immagine (d’accordo il gioco di parole è penoso), forse farei meglio a spegnere tutto e andarmene su Netflix.

E invece no. Facciamo un tentativo.41mfnGYUFoL__SY355_

Prima di tutto i fatti. Oggi, 35 anni fa, Marc Chapman sparava a John Lennon a bruciapelo, di fronte al Dakota Building. Sappiamo già tutto. Chapman la mattina si era fatto autografare un disco. Poi aveva aspettato la sera, con una copia del il Giovane Holden in tasca aveva fatto fuoco gridando ‘io sono John Lennon!‘ La tragedia di un uomo massacrato arbitariamente senza nessuna ragione (non che una ragione cambi il succo del discorso!) è senza pari e senza senso. Nessuno dovrebbe morire così. Punto.

Poi però proviamo ad analizzare il personaggio Lennon. Il ragazzo con gli occhiali tondi ed i capelli lunghi. Quello con la maglietta con su scritto NYC. Quello che era convinto di poter avere una opinione, una opinione importante, da dover assolutamente condividere, con tutti. Parliamoci chiaro, la storia del rock è zeppa di personaggi più o meno istrionici, più o meno arroganti che si sentono per forza al centro dell’attenzione. Dylan sotto un certo punto di vista. Bono ed il suo disperato bisogno di sensibilizzare l’universo sulle cose in cui crede (vi dà ancora fastidio quell’odioso album sul vostro Iphone, che non vi riesce di cancellare, no?).  Il problema che Dylan e Bono hanno raggiunto e superato la loro aura di messianicità. Sopravvivere al proprio mito vuole tutto sommato mostrarsi per l’essere umano colmo delle proprie miserie e, se si è abbastanza fortunati, continuare per la propria strada.

Come cantava Dylan, death is not the end. E per Lennon, che al massimo potrebbe essere un membro onorario del club dei 27, la morte è stato l’inizio di altro. Che spesso ha significato banalizzazione. Il personaggio Lennon, vista la vita che ha vissuto, è stato concepito con una naturale forma di arroganza. ‘siamo più famosi di Gesù!‘  come trasformare una mera considerazione statistica sugli album venduti in una offesa per la maggior parte del tuo stesso pubblico.  Lennon ad un certo punto ha smesso di occuparsi di musica ed è diventato uno statement politico. Pensate al testo di Imagine , canzone che dovrebbe risuonare come una specie di anthem del pacifismo e che, purtroppo, in questi pazzi giorni ci capita di sentire sin troppo spesso. Imagine vorrebbe vederci tutti senza differenze. Tutti uguali, tutti senza nulla in cui credere. Solo così c’è speranza per l’Umanità? Io più che sognatore sono un onironauta, però credo che la vera pace potrebbe aver senso solo una volta che si sapranno accettate tutte le differenze e malgrado quelle si abbia il coraggio di tenersi per mano. O almeno guardarsi negli occhi. Yoko-Ono-Glasses-Tweet

Lennon è diventato una faccia su una maglietta, ma nessuno ha avuto il coraggio di vedere cosa c’era più a fondo. I tradimenti, gli abbandoni, le liti con i suoi compagni. E ci sta. Sono le canzoni che non ti tradiscono mai, come trasmette Radiofreccia dagli anni ’90. Eppure non so, quel senso di arroganza pervade ancora oggi in tante manifestazioni che lo mettono ancora adesso che è solo un nome, sotto la luce dei riflettori. Proprio oggi mi è capitato di vedere una campagna per il controllo delle armi da fuoco portata nobilmente avanti da Yoko Ono. 1057000 vittime negli USA da quando Lennon fu ucciso. Vero. E quindi ? E’ lui la pietra di paragone? E’ lui che vale come anno zero più di qualsiasi altra vittima di violenza domestica. In un Paese che vive un Columbine almeno una volta ogni cinque anni? Michael Moore si chiedeva già più di un decennio fa cosa avessero gli americani con la loro fascinazione per le armi. La frontiera è finita. E forse ricordarsi che il loro è un paese che è nato con lo sterminio di altre popolazioni aiuterebbe a darsi un paio di perchè in più…

flywas